Roma, 24.02.2011_12.06.2012
Galleria nazionale d’arte moderna
Soprintendente
Maria Vittoria Marini Clarelli
Mostra e catalogo a cura di
Maria Teresa Benedetti, Stefania Frezzotti, Robert Upstone
Progetto scientifico di
Maria Teresa Benedetti
Architettura espositiva
Cura dell’allestimento
Grafica espositiva
Lighting design
arch. Federico Lardera
Collaboratori:
dott. Giustino Cacciotti
La facciata della Galleria nazionale d’arte moderna nel 2011 sulla quale troneggia lo stendardo della mostra. Fonte: Wikipedia
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna ha realizzato una importante mostra dedicata al rapporto di fascinazione fra l’arte inglese del XIX secolo e la cultura artistica italiana, dal “gusto dei primitivi’ al pieno Cinquecento, partendo dai paesaggi di ispirazione italiana di William Turner, attraverso gli studi di John Ruskin su cicli pittorici, monumenti e architetture.
A distanza di 25 anni dalla fortunata retrospettiva dedicata a Burne-Jones, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna torna con una grande mostra sull’arte inglese del secondo Ottocento in cui sono esposte più di 100 opere, provenienti da prestatori privati e musei internazionali, molte delle quali per la prima volta in Italia.
Il nucleo principale della rassegna comprende i preraffaelliti Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones, William Morris e indaga la particolare declinazione del classicismo nell’ambito della Royal Academy operata da artisti come Frederic Leighton e da rappresentanti della cultura estetica e simbolista come George Moore, George F. Watts e John William Waterhouse.
Un aspetto particolarmente significativo dell’esposizione verte sul rapporto tra le opere inglesi e i prototipi italiani che ne hanno costituito il modello iconografico e la suggestione formale: sono esposti dipinti di Giotto, Crivelli, Carpaccio, Botticelli, Sebastiano del Piombo, Palma il Vecchio, Bergognone, Luini, Tiziano, Veronese, Tintoretto – a testimoniare, pure nella diversità di clima culturale, la loro incidenza in area inglese. Ciò consente anche di evidenziare singolari letture critiche, suscettibili di continue evoluzioni nel corso del secolo, come la predilezione di Ruskin per Luini, anche rispetto a Leonardo, e il suo rifiuto di Michelangelo, pure destinato ad avere una rilevante influenza in ambito tardo preraffaellita e simbolista.
La passione per l’Italia ha un complesso fondamento critico negli scritti di Ruskin, nelle originali letture del nostro Rinascimento ad opera di Swinburne, insieme ai saggi di Walter Pater su Giorgione, Botticelli, Michelangelo e Leonardo, testi che hanno inciso profondamente nel diffondersi di un preciso orientamento su uno stretto cenacolo di letterati, artisti, critici e committenti.
Altrettanto importante è infatti il forte incremento in Inghilterra, fin dall’inizio del secolo, di un collezionismo pubblico e privato di arte italiana, che confluirà nella formazione del primo nucleo della National Gallery, costituito da importanti acquisti provenienti dalla dispersione di patrimoni prevalentemente aristocratici del nostro paese.
Una sala della mostra è dedicata alla diffusione del “gusto dei primitivi” italiani, documentato attraverso una selezione di cromolitografie della popolarissima Arundel Society, di incisioni di Carlo Lasinio dagli affreschi del celebratissimo Camposanto di Pisa e da incisioni di William Young Ottley ispirate agli ‘Old Masters’ della scuola fiorentina.
A chiusura dell’esposizione viene presentata una sezione di artisti italiani – Nino Costa, Giulio Aristide Sartorio, Adolfo De Carolis, Gaetano Previati – che negli ultimi decenni del XIX secolo, anche attraverso la scoperta dei “preraffaelliti” inglesi, recuperano la tradizione artistica del Rinascimento come matrice culturale ed ideologica dell’identità italiana
La mostra è curata da Maria Teresa Benedetti, Stefania Frezzotti, Robert Upstone.
Il catalogo Electa raccoglie, oltre ai saggi dei curatori, i contributi di Maria Vittoria Marini Clarelli, Stephen Wildman, Mark Bills, Silvia Danesi Squarzina, Marisa Volpi, Claudia La Malfa, Giorgio Marini, Francesca Bonetti, ed è corredato da schede scientifiche ampiamente documentate delle singole opere curate da Stella Bottai e Matteo Piccioni.
Le complesse fasi della costruzione dell'allestimento della mostra DANTE GABRIEL ROSSETTI EDWARD BURNE-JONES E IL MITO DELL’ITALIA NELL’ INGHILTERRA VITTORIANA alla Galleria nazionale d'arte moderna: la costruzione dell'architettura espositiva, l'allestimento delle opere dei preraffaelliti, l'allestimento di Giotto.
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